Cari amici, ormai credo che siate tutti a conoscenza di ciò che sta accadendo alla Presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde.
Non mi voglio soffermare sulle questioni tecniche in sé, già ampiamente descritte da decine e decine di articoli, che potete trovare tranquillamente online; vorrei invece fare con voi alcune riflessioni su 5 punti principali.
1. I collaboratori della Todde
Innanzitutto, lungi da me attaccare la Todde, che ritengo, oltre che una politica capace e preparata, anche una persona onesta, non posso nascondere un certo sconcerto: come è possibile che una persona che si candida alla più alta carica regionale non si sia circondata da persone altrettanto capaci, persone che avrebbero dovuto svolgere un compito di tale portata da poter (come è accaduto) mettere a rischio la sua stessa elezione?
Con questo non voglio dire che la Todde abbia la piena responsabilità dell’accaduto, ma neanche, come invece alcuni sostengono, sia una vittima dell’errore dei suoi collaboratori.
Ritengo invece che, come spesso accade, la verità stia nel mezzo: la Todde è vittima di errori non suoi, ma dei suoi collaboratori, di cui però lei stessa si è fidata, sbagliando.
2. Gli errori commessi
Mi spiace dirlo, ma come si fa a non nominare un mandatario elettorale, un obbligo che è noto anche all’ultimo candidato consigliere regionale? E come si fa a non aprire un conto unico riservato per la campagna elettorale?
Sono errori di una tale sciatteria a questo livello inaccettabili.
3. La festa dell’opposizione, ma, di preciso, cosa c’è da festeggiare?
Ho il dovere di criticare anche il centrodestra, che in queste ore sta festeggiando a caviale e champagne per la notizia e che già, sotto sotto, spera in nuove elezioni.
Vorrei chiedere ai politici del centrodestra se si rendono conto del danno che questa situazione potrebbe determinare; si rendono realmente conto che cosa vorrebbero dire la destituzione della Todde e nuove elezioni?
Certo, un bene per loro, che probabilmente ne trarrebbero un vantaggio politico non indifferente, ma anche una perdita di tempo enorme, tempo invece necessario ad affrontare le emergenze più scottanti che colpiscono la Sardegna, come, per esempio, la questione dell’eolico (tutt’altro che chiusa) e soprattutto la sanità.
A pagarne le conseguenze, come sempre, saranno i sardi sulla loro pelle.
Con questo loro entusiasmo e fretta di andare alle urne, i dirigenti di centrodestra non fanno altro che dimostrare (e confermare) un becero opportunismo politico; sarebbe ora che guardassero oltre il proprio naso ed i propri interessi.
4. La tentata manomissione ai PC del tribunale
Un’altra questione su cui prestare particolare attenzione è ciò che è avvenuto lo scorso 18 Ottobre, quando qualcuno si era introdotto nelle stanze dell’Ufficio elettorale centrale, ospitato presso la Corte d’Appello di Cagliari, con i PC dedicati al voto regionale.
Non è ancora stato individuato né il responsabile né lo scopo dell’ intrusione, ma, come riporta l’Unione sarda, pare che qualcuno avesse tentato (senza riuscirci) di violare proprio uno dei computer dell’Ufficio elettorale.
È una situazione che, visti gli sviluppi, merita di essere chiarita.
5. Desirè Manca fuori luogo
Ritengo estremamente inadatte le dichiarazioni di Desirè Manca, Assessora regionale al lavoro, che ha definito la notifica di ingiunzione come “il colpo di coda, l’ultimo possibile, di chi all’improvviso si vede privato di poteri e prebende”, sostenendo poi che “dà fastidio chi mina dalle fondamenta un sistema di potere e controllo rodato”.
Con queste parole, di fatto, Desirè Manca sta attaccando la magistratura.
Bisognerebbe ricordarle che non è non una cittadina qualsiasi, ma un assessore regionale, e che si dovrebbe comportare di conseguenza.
– Conclusioni
Insomma, si apre un capitolo incerto per la politica sarda, già in agitazione, che sicuramente non ci voleva.
Tanti sono i temi, come i trasporti, una legge di bilancio ancora da approvare, la sanità, il lavoro, l’assalto eolico, sui quali la Presidente e la sua giunta dovrebbero occuparsi al 100%, e invece che, nonostante ciò che pochi giorni fa la Presidente ha dichiarato in conferenza stampa, provando sostanzialmente a distanziarsi dalla questione e lasciando tutto in mano ai suoi avvocati, si deve occupare anche di questo problema, oltre che essere estremamente indebolita dal punto di vista politico.
Non nascondo la mia preoccupazione, tuttavia, non possiamo fare altro che aspettare: domani si riunirà la giunta per le elezioni del Consiglio regionale per iniziare a discutere del provvedimento.
Vedremo come andrà a finire.
Andrea Olla
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