PALE EOLICHE IN SARDEGNA: FACCIAMO CHIAREZZA

‘’Speculazione energetica”, ‘’Assalto eolico’’, ‘’Pugnali eolici’’, questi sono stati i termini con i quali abbiamo sentito parlare di pale eoliche in Sardegna negli ultimi mesi.

Proviamo a fare chiarezza e a capire perché sembra che in Sardegna nessuno voglia le pale eoliche.

In effetti, all’inizio può sembrare altisonante, ma come… essere contrari alle pale eoliche? Non si era da sempre sostenuta l’esigenza di produrre energia rinnovabile per il bene dell’ambiente? 

Eppure in quest’ultimo periodo in Sardegna numerose forze politiche, comitati, giornali, associazioni, sono fermamente contrari all’installazione di questa tipologia di rinnovabili sul suolo sardo.

Andiamo a vedere il motivo e le diverse proposte di soluzione al problema.

-Individuazione del problema

Le pale eoliche in sé non sono un qualcosa di negativo, anzi, sono un’ottimo strumento per produrre energia pulita che tuteli l’ambiente.

Le pale eoliche però portano con sé due insidie: da una parte il rischio che il paesaggio venga deturpato dalle torri eoliche, alte anche 100 metri, che potrebbero sorgere vicino alle bellezze naturali ed archeologiche della regione.

La paura è addirittura che i siti eolici realizzati al largo delle coste sarde siano addirittura visibili dalle nostre spiagge.

Il secondo problema è di tipo economico: c’è un concreto rischio che l’energia prodotta in Sardegna venga esportata verso le regioni del Nord Italia; se accadesse questo i sardi non avrebbero alcun guadagno in bolletta, poiché il prezzo dell’energia, legato al prezzo unico nazionale, non cambierebbe.

Al contempo però sarebbero però circondati da pale eoliche.

Ma allora, se non ci guadagnano i sardi, chi ci guadagna?

L’azienda Terna, che si occupa di produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica, ha ricevuto richieste di installazioni di impianti eolici in Sardegna per ottenere fino a 54 GW, quasi dieci volte la potenza necessaria al fabbisogno della Sardegna, pari solo a 6,2 GW.

Diverse aziende, alcune create ad hoc per la speculazione, comprano a basso prezzo dei terreni privati, lì vi ci realizzano gli impianti eolici, attraverso di essi creano energia, poi la esportano e la rivendono, generando ingenti guadagni.

Per questo si parla di speculazione energetica.

Come si evince, nessun vantaggio per i sardi e per la Sardegna.

-Possibili soluzioni

Tra le proposte risolutive principali ci sono quella della Presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, la legge di iniziativa popolare “Pratobello 24’’ patrocinata dal giornale ‘’Unione Sarda’’ e quella dell’ex Presidente della Regione Sardegna Renato Soru.

Andiamo ad analizzarle una per una.

-proposta della presidente Todde

Per fermare le richieste di installazione dei siti eolici, il 4 Luglio il consiglio regionale ha approvato la legge n. 5/2023, la così detta “moratoria eolica’’, che ha avuto il compito di vietare la realizzazione di nuovi impianti eolici per circa un mese. 

Questa legge è stata però impugnata dal consiglio dei ministri, il quale l’ha reputata incostituzionale; la legge verrà ora presa in esame dalla corte costituzionale.

Perché lo ha fatto?

In realtà, la Presidente sapeva benissimo che questa legge sarebbe stata impugnata, ma, nonostante questo, l’ha fatta promulgare.

Essendo l’iter di impugnazione effettiva di una legge abbastanza lungo, questa moratoria da all’amministrazione regionale del tempo prezioso per promulgare un’altra legge, molto più importante: la ‘’legge delle aree idonee’’.

Questa legge permette all’amministrazione regionale di individuare precise zone dove far sorgere i siti eolici, aree cioè nelle quali la realizzazione delle pale non deturpi per sempre il paesaggio.

Questo modus operandi ha ottime chance di tutelare del paesaggio, ma sinceramente non vedo come potrebbe risolvere il secondo problema di vi ho parlato prima, cioè quello della mancanza di vantaggi per i sardi dalla loro energia pulita.

La tanto sbandierata, in campagna elettorale, ‘’Agenzia regionale per l’energia’’, che avrebbe il compito di realizzare gli impianti eolici pubblici, con conseguenti vantaggi per i sardi in bolletta, ad oggi sembra un utopia.

Peccato, a mio avviso sarebbe l’unica reale soluzione affinché noi sardi possiamo trarre realmente vantaggi concreti, cioè tagli in bolletta, dal nostro vento e dal nostro sole.

-proposta dell’Unione Sarda

Tra i più critici dell’operato della presidente Todde c’è il quotidiano L’Unione Sarda, soprattutto con il suo caporedattore, l’ex deputato di Forza Italia Mauro Pili, è l’editore, Sergio Zuncheddu, che hanno dato il via ad una raccolta firme per una legge di iniziativa popolare: “Pratobello 24”.

Questa legge (il cui testo è facilmente reperibile online), che per ora pare stia avendo un discreto successo circa il numero dei firmatari, sostanzialmente vieta la realizzazione di parchi eolici privati in quasi tutto il territorio regionale, con qualche deroga per interventi pubblici.

Gli articoli 5 e 6 di queste legge, inoltre, spingono per la realizzazione di comunità energetiche regionali dalle quali ottenere energia rinnovabile.

Secondo questa legge, le aree interessate dai progetti di valorizzazione energetica sarebbero aree nelle quali i siti energetici non avrebbero un grande impatto sul paesaggio, come le zone vicino alle ferrovie, per esempio.

Su questa proposta bisogna fare diverse considerazioni.

Innanzitutto, è vergognoso che un giornale si comporti come un partito politico come sta facendo l’Unione Sarda; non si era mai visto che un quotidiano spingesse così tanto per la raccolta firme di una proposta legge sostenuta dall’editore, Sergio Zuncheddu, e dal caporedattore, Mauro Pili.

In secundis, parlando della legge in sé, essa di fatto va a bloccare tutto: nessuna speculazione di agenzie private, vero, ma neanche alcun vantaggio nella bolletta elettrica per noi sardi. 

-proposta di Renato Soru

Un’altra strada per risolvere il problema dell’eolico la percorre il già Presidente della regione dal 2004 al 2008, molto critico sia nei confronti della Todde che del gruppo editoriale Unione Sarda.

In un lungo post su facebook (post Soru), che ho linkato e che ora riassumo, Soru evidenzia come sulle pale eoliche non ci sia una regolamentazione effettiva, causata dalla sburocratizzazione voluta dal governo Draghi (di cui la Todde era viceministra allo sviluppo economico) per accelerare la diffusione di impianti eolici e dunque il processo di transizione energetica, a spese però dei territori.

Questa sburocratizzazione, ha evidenziato Soru, ha determinato che siano direttamente i ministri del governo, e non la regione, ad occuparsi dell’accettazione o del diniego dei progetti eolici proposti dai privati.

Soru richiama l’articolo 41 della costituzione che recita che ‘’nel paese l’iniziativa economica è libera, ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale’’. 

Sfruttando questo articolo, Soru sostiene che la regione Sardegna dovrebbe dichiarare l’utilità sociale della produzione di energia elettrica e costituire la Società sarda per l’energia, che si incaricherà di gestire la produzione e diffusione dell’energia rinnovabile.

Ribadisce inoltre che ad accettare o meno i progetti debba essere la regione e non lo stato centrale.

Ritengo la proposta di Soru la migliore delle tre: essa non solo mira a bloccare le speculazioni straniere, ma soprattutto vuole creare un’agenzia regionale che possa realmente gestire e diffondere l’energia rinnovabile in Sardegna.

-Conclusioni

Come si evince, quella dell’eolico è una questione tanto importante quanto spinosa.

Da una parte l’importanza della transizione energetica, dall’altra la tutela del paesaggio, da una parte gli interessi economici dei privati, dall’altra gli interessi dei sardi, che potrebbero beneficiare direttamente della loro energia pulita.

La politica ha un’enorme responsabilità nel trovare il giusto equilibrio tra la libertà di impresa e le ricadute economiche e sociali della nostra regione.

La priorità da ricordare è che i sardi devono trarre vantaggio dal loro vento e dal loro sole, il che non significa bloccare tutto, ma far sì che l’energia prodotta in Sardegna rimanga in Sardegna.

E’ una strada complessa e ricca di insidie, ma che va percorsa, per il bene di noi sardi.

Andrea Olla

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