Circolano già i nomi di probabili assessori, ma alcuni sono candidati consiglieri che hanno perso le elezioni.
In attesa della prima riunione del consiglio regionale, convocata per il 9 Aprile, rimbalza già, sia su L’Unione sarda che su La Nuova Sardegna, il toto-assessori.
Ciò che mi ha colpito è che per alcuni assessorati i nomi papabili sono quelli di candidati alla carica di consigliere regionale, ma sconfitti alle urne del 25 Febbraio.
Circola già da tempo, per esempio, il nome di Anna Maria Busia, che dovrebbe diventare assessora agli affari generali (in quota PD) ma anche quello di Francesca Pubusa, pentastellata, che dovrebbe essere una dei due assessori che spettano ai cinque stelle.
Va sottolineato però che nonostante la Busia abbia preso 2500 preferenze personali (e sono tante) si sia classificata solo quinta nella lista del Partito Democratico, un posizionamento che non le ha consentito di entrare in consiglio.
Stesso discorso per la Pubusa, che ha sfondato il tetto dei 1200 voti, ma si è classificata terza tra i pentastellati, lasciando spazio quindi all’uscente Michele Ciusa ed a Gianluca Mandas.
Credo sia profondamente sbagliato che persone che hanno fatto si un buon risultato, ma che di fatto non sono state elette, debbano ricoprire un ruolo ancor più importante e con più potere di quello per cui si sono candidati.
Il discorso è, non sono stati eletti da consiglieri e dovrebbero essere addirittura nominati assessori?
Questo non è rispettare il volere del popolo e la democrazia, e ritengo che siano anche questi giochi di palazzo a creare un clima di sfiducia nei confronti della politica.
Sia chiaro che non sarebbe la prima volta in cui consiglieri sconfitti alle urne vengono poi nominati assessori.
Senza andare troppo lontano, la seconda giunta Solinas era composta, tra gli altri, da Valeria Satta, assessora prima agli affari generali, poi all’agricoltura, e da Antonio Moro, assessore ai trasporti.
La prima, leghista, era candidata nella circoscrizione di Cagliari, ha preso poco più di 330 voti (risultato per altro riconfermato alle scorse elezioni), classificandosi addirittura settima nella propria lista; il secondo si era invece candidato a Sassari, e, seppur con un risultato migliore della Satta (impresa non impossibile), si è classificato solo terzo nella lista del Partito Sardo d’Azione.
Insomma, la discontinuità rispetto al governo Solinas che Alessandra Todde ha come obbiettivo parte anche da un passaggio delicatissimo come quello della composizione della giunta, e fare la stessa cosa del presidente uscente non è il massimo della coerenza con la discontinuità.
Questo articolo, come anticipato, è basato su toto-nomi, che a volte si rivelano più fantasie giornalistiche che realtà, quindi staremo a vedere.
Buona Pasquetta
Andrea Olla
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