In molti credono che il fascismo oggi sia ormai sparito dai palazzi del potere, ma, è realmente così?
Con questo articolo proviamo ad andare a vedere nei contenuti, per fare chiarezza su un tema molto dibattuto che, purtroppo, è ritornato centrale.
Procediamo con ordine, ed andiamo ad analizzare proprio il partito leader di questo governo.
Il partito più votato alle scorse elezioni politiche è stato quello guidato dall’attuale presidente del consiglio Giorgia Meloni: Fratelli d’Italia.
Il suo simbolo, sul quale oltre il 26% degli italiani il 25 Settembre del 2022 ha tracciato una X, ha in primo piano una fiamma tricolore.
Quella fiamma nasce dal simbolo del movimento sociale italiano (MSI), che fino al 1970 si dichiarava orgogliosamente un partito post-fascista. Quella fiamma richiama indubbiamente quella situata sopra la tomba di Mussolini, e non è finita qui. Nel simbolo del MSI la fiamma in questione poggia su un trapezio dove è inserita la sigla del partito. Molti ritengono che quel trapezio rappresenti proprio la tomba del duce stilizzata.
Il numero due di Fratelli d’Italia, nonché seconda carica dello stato, è l’attuale presidente del senato, Ignazio Maria Benito La Russa (da quando ha imparato per la prima volta il suo nome tutto intero non si è più fermato).
Non mi voglio soffermare troppo sul fatto che abbia il busto di Mussolini in salotto e lo dichiari orgogliosamente a televisioni e giornalisti, il fatto parla da sé, ma su ciò che ha dichiarato nel 2020.
la Russa propose di cambiare la ricorrenza del 25 Aprile, data in memoria della liberazione dal nazi-fascismo, a data in ricordo delle vittime di tutte le guerre, comprese le vittime del Covid-19.
“Il 25 Aprile non deve essere una festa divisiva” ha dichiarato, una volta esser stato messo sotto accusa da mezza Italia per la sua proposta.
Io sono d’accordo con La Russa, perché quella del 25 Aprile non deve essere una ricorrenza divisiva, ma per non renderla tale non bisogna renderla una festa in memoria di tutto e tutti, ma tutti dovrebbero essere d’accordo nel festeggiare la liberazione dal nazi-fascismo.
Andiamo avanti.
La Russa, il ministro della cultura (pensa un po’) Gennaro Sangiuliano, ma soprattutto la premier Giorgia Meloni non ammettono di essere antifascisti.
Ogni qual volta che un giornalista pone loro questa domanda si assiste ad un arrampicarsi sugli specchi tanto imbarazzante quanto vergognoso. La Russa non riesce a dirlo neanche quando visita assieme a Liliana Segre (che, a proposito della fiamma, aveva chiesto la sua rimozione dal simbolo) il binario 21, a Milano, dal quale, dal 1943 al 1945, migliaia di ebrei venivano deportati ai campi di concentramento.
Gennaro Sangiuliano usa una risposta interattiva: chiede al gioralista se lui allora si dichiara anticomunista.
La Meloni invece non risponde mai, con un silenzio che vale più di mille parole.
A questo rigurgito di fascismo menzione di (dis)onore per Carlo Fidanza, parlamentare europeo e punto di riferimento a Bruxelles per Fratelli d’Italia. L’inchiesta di fanpage del 2021, oltre ad evidenziare finanziamenti in nero in vista delle amministrative di Milano, dove supportava la candidata Chiara Valcepina, scopre una quotidiana apologia del fascismo in Fidanza e nella sua cerchia, con i ‘’camerati’’, come loro amano chiamarsi, che fanno il saluto romano e ricordano quasi nostalgicamente la birreria di Monaco nella quale Adolf Hitler ha fatto i suoi primi comizi e presentato, nel 1920, il programma politico del suo partito.
A fronte di questi casi, per nulla isolati, è chiaro che in Fratelli d’Italia ci sia ancora una forte corrente che si rifà orgogliosamente al fascismo.
Perchè esiste ancora? Perchè la Meloni non elimina questa corrente?
Semplice: è una corrente che porta voti. Fratelli d’Italia, senza questa corrente perderebbe un paio di punti percentuali.
Meglio restare nell’ambiguità quindi, meglio prendersi gioco di chi si dichiara antifascista (vedi Meloni contro Alessandra Todde).
Eppure è stato il partito maggiormente votato dagli italiani, significa quindi che oltre sette milioni di italiani sono fascisti? No, questo è certo. Evidentemente questa corrente rimane nascosta, pronta ad un attimo di distrazione e spaesamento generale per salire ancora di più al potere.
Sta a tutti noi vigilare, stare attenti, insistere sulla questione, del resto lo dobbiamo a tutti coloro che sono morti per essersi ribellati al fascismo, e lo dobbiamo soprattutto alla costituzione, quel libro da 139 articoli alla cui base c’è proprio un concetto: l’antifascismo.
Andrea Olla
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